Il tumore al seno è la neoplasia più frequente nella popolazione femminile. È una malattia potenzialmente grave se non viene individuata e curata per tempo. Si caratterizza per una proliferazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria che si trasformano in cellule maligne. Esistono tumori al seno che si differenziano tra di loro dal punto di vista genetico e molecolare, cioè per il tipo di mutazione che ha indotto la trasformazione delle cellule normali in cellule cancerose.
La forma più aggressiva di tumore al seno è quella Triple Negative (Tnbc) che rappresenta più del 20% di tutti i tumori al seno. Le pazienti che presentano questa particolare forma di neoplasia hanno una prognosi infausta e una aspettativa di vita piuttosto breve. Oggi la diagnosi di tumore al seno si fa con la mammografia e l’ecografia mammaria seguite, eventualmente da una biopsia. Su quest’ultima si deve eseguire un esame citologico e microistologico. Inoltre, la caratterizzazione molecolare del tumore si esegue con specifiche tecniche di biologia molecolare. Dunque, per giungere alla diagnosi di tumore al seno a volte possono passare anche alcune settimane. Per tale ragione è necessario mettere a punto metodi di diagnosi più tempestiva.
Ecco la proteina utile per la diagnosi precoce del tumore al seno triplo negativo
È questo l’obiettivo di ricercatori italiani del Ceinge, dell’Università Federico II e dell’Istituto Nazionale dei Tumori Irccs Fondazione Pascale. Nello specifico questi studiosi hanno concentrato la loro attenzione proprio sui tumori al seno Tnbc. Essi hanno notato che una particolare proteina, la Prune-1, è espressa con una frequenza di circa il 50% nelle cellule tumorali delle pazienti affette da tumore al seno. Questa molecola sembra inoltre essere correlata alla progressione neoplastica e alla metastatizzazione a livello dei polmoni.
I ricercatori italiani, per giungere a questa conclusione, hanno condotto degli esperimenti sui topi nei quali quando i geni di Prune-1 e Wnt-1 sono iper-espressi, si genera non solo il tumore al seno triplo negativo, ma anche metastasi polmonari. Inoltre, la ricerca italiana ha anche individuato nei topi la presenza di una molecola capace di bloccare questa azione pro-tumorale della Prune-1. Ciò ha aperto la strada allo sviluppo di un kit che è in grado di identificare all’esordio quali tumori al seno triplo negativi hanno maggiore probabilità di formare metastasi ai polmoni o in aree più periferiche. Questo kit, ovviamente, prima di entrare in commercio e dimostrarsi efficace per la diagnosi clinica del tumore al seno, dovrà essere ulteriormente testato per almeno 1-2 anni.
Potete trovare maggiori informazioni leggendo lo studio completo pubblicato sulla rivista iScience.