A partire dai primi mesi dell’emergenza Covid si è palesata la necessità di allentare la presa del Fisco sulle attività e sui contribuenti, che avrebbero rischiato di non riuscire a sostenere il peso dei pagamenti da corrispondere anche in periodo di chiusura.
Questo frangente di tolleranza fiscale si è poi protratto più a lungo di quanto non si credesse, sempre in relazione alle disposizioni – purtroppo – coercitive che si dovevano adottare per limitare i contagi. E così, dal terminare il 31 luglio, il momento della scadenza è stato rinviato al 15 ottobre tramite il decreto Agosto, e infine al 31 dicembre 2020.
Ma ad oggi non è ancora chiaro se sarà rinnovata la tregua fiscale, pur trattandosi di un’esigenza molto sentita pena la chiusura delle attività che si ritroveranno sommerse dalle cartelle esattoriali e dai pagamenti congelati in questi mesi.
Solitamente il rinvio della scadenza, negli scorsi mesi, veniva praticato prima della data in questione. Ad oggi, invece, non è pervenuta alcuna direzione chiara in questi termini, e risulta di primaria importanza fornire una risposta ai contribuenti.
Ad essere congelati, durante lo scorso anno, non sono stati soltanto i pignoramenti e la notifica delle cartelle esattoriali, ma anche i mutui stipulati presso terzi (quindi presso le banche o istituti affini) e le tasse di pertinenza locale – tra cui, per esempio – le multe e i pagamenti della tassa sui rifiuti urbani.
Per le attività sarebbe insostenibile tornare a dover corrispondere questi pagamenti, seppur dilazionati, in un momento di fatturato ancora molto basso. Pertanto ci auguriamo che pervengano indicazioni dall’Esecutivo nel più breve tempo possibile.