Facebook TwitterTwitter, Facebook e altri social network sono accusati di essere indirettamente complici di quel che è successo in questi giorni negli Stati Uniti d’America.

I sostenitori di Donald Trump che hanno dato il via alle rivolte si sono radunati grazie all’aiuto dei social. Hanno potuto fomentare le loro teorie complottiste su tali piattaforme. Per molti dirigenti, esperti e investitori, le aziende tech devono assumersi le proprie responsabilità per aver permesso che tali complotti fossero pubblicati, condivisi e diffusi. Trump infrange ripetutamente le normative della maggior parte delle piattaforme social.

Questo momento storico è anche una resa dei conti per i social media che sono stati per anni accusati di fare sia troppo poco che troppo per Trump, i suoi account e quelli dei suoi sostenitori. Ellen Pro, amministratore delegato di Reddit tra il 2014 e il 2015, aveva avvertito Twitter che Donald Trump avrebbe potuto utilizzare la piattaforma per tentare un colpo di stato.

Twitter e Facebook sott’accusa: le due aziende hanno contribuito a favorire il clima d’odio che ha portato alle rivolte negli USA

Da prima delle elezioni fino alle violenze al Campidoglio, sia Facebook che Twitter hanno spesso contrassegnato i post di Trump per aver infranto le regole. Tuttavia, un’etichetta “fake news” su un post ugualmente disponibile per tutti non è sempre sufficiente. Non in questo caso. Entrambe le società sostengono che le etichette siano un ottimo compromesso tra libertà di parola ed evitare la diffusione di contenuti pericolosi.

In un messaggio interno inviato ai dipendenti, Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, si è detto “personalmente rattristato” dagli eventi. “Questo è un momento difficile nella storia della nostra nazione e so che molti di voi sono spaventati e preoccupati per ciò che sta accadendo a Washington DC”, ha scritto. Zuckerberg ha definito gli eventi “violenza di massa”. “Stiamo trattando questa situazione come un’emergenza e stiamo implementando misure aggiuntive per mantenere le persone al sicuro”. Lo stesso vale per Twitter, il quale ha deciso che sospenderà l’account di Trump.

Nonostante ci siano stati sviluppi così violenti e inaspettati soltanto adesso, i post di Trump incitano all’odio da sempre. Dunque, molti esperti si domandano come mai le piattaforme social non abbiano bannato Trump fin da subito. Joe Biden ha suggerito di essere insoddisfatto dell’attuale gestione della situazione da parte di Facebook e Twitter, spera che entrambe si assumano la loro parte di responsabilità.

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