Il mezzo che si sta diffondendo in molti Comuni sul territorio italiano è il monopattino in sharing. Comodo per spostarsi velocemente in città, potrebbe portare ad alcuni guai. Ecco le trappole che le assicurazioni nascondono sui monopattini in sharing. I rischi di responsabilità in caso di incidente sono molti perché esistono delle clausole che non tutelano gli utenti.
Assicurazioni e trappole: ecco quelle dei monopattini in sharing
Tutti coloro che utilizzano quotidianamente i così detti monopattini in sharing, sottoscrivono delle coperture assicurative che dovrebbero tutelarli in caso di incidente. Queste assicurazioni in realtà nascondo decine di clausole che, invece di tutelare l’utente, lo costringono a rispondere in prima persona a eventuali danni causati da un sinistro.
Purtroppo le assicurazioni, così come le banche, sono famose per obbligare i clienti a firmare contratti che elencano postille scritte in piccolo e che spesso riservano brutte sorprese.
Di conseguenza sarebbe opportuna una maggiore chiarezza da parte di tutte le assicurazioni. In pratica, al momento della sottoscrizione di una polizza per monopattini in sharing, dovrebbero chiarire quali condizioni renderebbero nullo qualsiasi risarcimento. Per esempio sarebbe necessario informare i clienti sull’obbligatorietà del casco e della pettorina o cintura catarifrangente. Anche viaggiare con una borsa, in caso di incidente, non dà diritto ad alcun risarcimento.
Sebbene il casco sia obbligatorio, perché non viene messo a disposizione della società di noleggio? Lo stesso vale per pettorina o cintura catarifrangente. Le assicurazioni dovrebbero tenerlo in considerazione. Infatti l’avvocato Laura Panciroli, tra i più noti in Italia nel difendere le vittime deboli di un reato, così commenta: “Se viene previsto l’uso obbligatorio di dispositivi di protezione individuale, bisognerà anche preoccuparsi di come garantirlo: l’utente può noleggiare il monopattino elettrico solo se si dota di un proprio caschetto protettivo? Lo può noleggiare (con sottocasco usa e getta) unitamente al mezzo? Le proposte possono essere varie e la discussione è aperta, purché se ne parli e non si ignori il problema”.
Insomma, sembra che in questo mondo non ci si possa fidare proprio di nessuno. Meno male che l’Unione Europea spinge per la diffusione dell’elettrico. Forse sarebbe anche necessario risolvere e normare tutte le truffe contrattuali.