Il “traffico” che si crea nello spazio a seguito delle missioni spaziali potrebbe mettere a serio rischio il ghiaccio lunare. Quest’ultimo è cruciale per le missioni di esplorazione concentrate nell’emisfero Sud.
Questo è l’allarme lanciato dalla rivista Nature sul suo sito web. Con la missione cinese che, di recente, ha portato sulla Terra un campione di rocce lunari, la Cina ha dato ufficialmente il via ad una nuova ondata di missioni sulla Luna. Sarebbero almeno otto quelle programmate da vari Paesi del mondo tra i quali vi sono USA, Giappone e, ovviamente, la stessa Cina. Si tratta di missioni che sono destinate ad atterrare sulla Luna nei prossimi tre anni. Ma tutto questo traffico che si verrebbe a creare, in realtà, non sarebbe un fattore positivo per il ghiaccio presente sul nostro satellite.
Ciò, perché alcune di queste missioni future andranno a raggiungere proprio le zone più delicate della Luna, i poli. Per tale ragione gli scienziati vogliono studiare l’acqua congelata nei crateri perennemente in ombra di queste regioni. Ma, allo stesso tempo, gli studiosi si dicono preoccupati per l’aumento del traffico che potrebbe contaminare proprio il ghiaccio che vogliono studiare. Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno esaminato i possibili effetti delle sonde sui depositi congelati. Nello specifico, Parvathy Prem della John Hopkins University ha simulato l’atterraggio di un lander di medie dimensioni a poche centinaia di chilometri dai crateri ghiacciati del polo sud lunare.
La simulazione ha mostrato che l’atterraggio libera vapore acqueo che si diffonde intorno alla Luna persistendo fino a due giorni lunari che equivalgono a due mesi sulla Terra. Il ghiaccio è fondamentale per gli studiosi per diversi motivi. Per tale ragione sarebbe necessario emettere nuove linee guida per le missioni sulla Luna al fine di salvaguardare al meglio il ghiaccio lunare.