Avete mai notato che quando qualcuno vicino a noi è impaurito, in quale modo, ne siamo influenzati? È come se la paura diventasse contagiosa e quando qualcuno vicino a noi la prova noi ci immedesimiamo a tal punto da iniziare a provare anche noi quello stesso sentimento. Ma vi siete mai chiesti il perché succede questo fenomeno? Che cos’è che rende la paura “contagiosa”?
Un gruppo di scienziati della Stanford University ha finalmente trovato una risposta a questa domanda pubblicando i risultati della loro ricerca sulla prestigiosa rivista Science. Sembra che il meccanismo che rende “contagiosa” la paura abbia sede nel cervello ed è un meccanismo presente non solo nell’uomo, ma anche in molte specie animali. Per giungere a questa conclusione, gli studiosi americani hanno condotto degli esperimenti durante i quali hanno individuato nel cervello dei topi diverse regioni che rappresentano bersagli nervosi legati alla trasmissione sociale della sensazione di paura o dolore.
Una di queste strutture cerebrali è la corteccia cingolata anteriore, quella situata direttamente sopra il corpo calloso. Si tratta di una sorta di sistema di allarme silenzioso nel quale vengono elaborati le situazioni di pericolo con le quali ognuno di noi si deve confrontare durante la propria vita. Gli scienziati hanno inoltre sottolineato che la “contagiosità” del dolore, della paura o del sollievo da queste emozioni nei topi è mediata da strutture neurali che si proiettano dalla corteccia cingolata anteriore a numerose e diverse regioni cerebrali. Tra queste ultime rientrano il nucleus accumbens e l’amigdala. Il primo è la regione cerebrale che gioca un ruolo importante nell’elaborazione della paura e del piacere. L’amigdala, invece, è una delle zone più primitive del cervello e anche questa è coinvolta, a pineo titolo, nella gestione delle emozioni.
Dunque la paura è un’emozione contagiosa e la sua contagiosità ha sede nel nostro organo più complesso: il cervello.