Stando a quanto emerso da un report realizzato da App Annie, i core gamer hanno generato due terzi di tutti i ricavi pervenuti dai giochi mobile lo scorso anno, nonostante i giochi stessi abbiano rappresentato solo un quinto di tutti i download.
Secondo lo State of Mobile 2021 di App Annie, il 66% degli acquisti degli utenti su giochi iOS e Android sono avvenuti su giochi core come PUBG Mobile e Honor of Kings. In confronto, i titoli casuali – come Roblox, My Talking Tom Friends e Among Us – hanno rappresentato solo il 23% di tutti i ricavi, seguito dalle app casinò (11%).
App Annie ha riferito anche che gli eventi sono stati il principale motore degli acquisti in-game, rappresentando 53 miliardi di dollari, un grande aumento rispetto ai 1,99 miliardi di dollari spesi per eventi in-game l’anno precedente.
Guardando solo ad Android, il 55% del tempo trascorso a giocare su smartphone o tablet è stato dedicato a titoli core, con il 43% per i casual e il 2% per i casinò. Tuttavia, il casual domina ancora in termini di download, rappresentando il 78% di tutte le installazioni su iOS e Android, contro il 20% dei titoli core, e il 2% delle app casinò.
Secondo i dati forniti da App Annie, PUBG Mobile è stato il leader globale in termini di utenti attivi mensili, superando Candy Crush Saga, Ludo King, Among Us e Garena Free Fire. Quest’ultimo, tuttavia, è stato il gioco più scaricato al mondo, seguito da Among Us, Subway Surfers, PUBG Mobile e Gardenscapes. Infine, Honor of Kings di Tencent ha registrato le vendite più alte, seguito da Pokémon Go, Roblox, Monster Strike e Coin Master.
Nel complesso, il settore della telefonia mobile ha visto 143 miliardi di dollari spesi in app e giochi nell’App Store di Apple, in Google Play e nei marketplace Android di terze parti in Cina, con un aumento del 20% su base annua. Anche il tempo medio giornaliero trascorso sullo smartphone – solo Android – è aumentato del 20% a 4,2 ore, mentre i download totali su tutte le piattaforme sono aumentati del 7% a 218 miliardi.
Tutto ciò può essere attribuito almeno in parte alla pandemia, che ha visto più persone trascorrere del tempo a casa a causa delle restrizioni e rivolgersi ai dispositivi smart per l’intrattenimento.