In questo ultimo anno, l’emergenza Coronavirus ha senza dubbio sconvolto la vita di ognuno di noi e lo status sociale ed economico di ogni Stato colpito, esso infatti, ha portato alla chiusura di ogni attività produttiva onde evitare assembramenti rischiosi, recando un danno finanziario talmente grande da far cascare le varie nazioni in crisi economiche davvero pesanti.
Ovviamente le misure di restrizione sono state necessarie, i Governi non hanno avuto scelta, hanno dovuto provvedere a tutelare la salute dei popoli e allo stesso tempo, hanno cercato di dare un po’ respiro fiscale, visto appunto il blocco del lavoro obbligato per tutelare la salute comune.
Anche l’Italia ha ovviamente dovuto seguire questo filo conduttore, solo che ora, a fronte di quasi un anno trascorso, è giunto il bisogno di rinvigorire le casse statali decisamente inaridite dall’emergenza che così impietosamente ha martellato la nostra penisola per oltre 12 mesi.
Torna l’idea della Tassa Patrimoniale
Il Governo sta ovviamente passando al vaglio numerose possibilità, tra cui anche la Tassa Patrimoniale, la quale sta fortemente prendendo quota, dal momento che consentirebbe non solo di evitare ulteriori tassazioni, ma permetterebbe in modo indiretto di tutelare la fascia più debole della popolazione, grazie a quella decisamente più forte, in quanto frutterebbe un introito pari a 18 miliardi, con un’annessa eliminazione di IMU e Tassa sui conti correnti.
In caso di attuazione però, non si andrebbe a tassare tutti indistintamente, bensì i capitali superiori a 500.000€ seguendo anche una scala gerarchica:
- Tassa dello 0,2% sui patrimoni da 500.000 a 1.000.000 di euro;
- Tassa dello 0,5% sui patrimoni superiori ad 1.000.000 e fino a 5.000.000 di euro;
- Tassa dell’1% sui patrimoni superiori a 5.000.000 e fino a 50.000.000 di euro;
- Tassa del 2% da 50.000.000 di euro in su.
Nonostante le proteste dell’opposizione e della stessa maggioranza, tra cui parlamentari 5 Stelle, il fondatore del movimento Beppe Grillo, ha confermato il proprio favore, suggerendo come un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo porterebbe ad un’entrata per le casse poco superiore ai 6 miliardi, mentre uno del 3% dato dai capitali plurimiliardari, “potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori”.