Secondo quanto comunicato da Reuters e Financial Times, anche il colosso cinese Xiaomi, insieme ad altre 9 aziende asiatiche, è stato inserito (dall’amministrazione Trump) in una blacklist di compagnie con presunte connessioni con l’esercito cinese.
Non stiamo parlando della Entity list in cui sono stati inseriti Huawei e DJI tra le altre, ma di una lista completamente diversa. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Come appena anticipato, ci teniamo a sottolineare che non si tratta della stessa entity list in cui sono coinvolte Huawei e DJI, tra le altre, ma l’inserimento di Xiaomi in questa lista nera significa che gli investitori statunitensi non potranno acquistare i titoli Xiaomi e dovranno eventualmente cedere quelli già in loro possesso, entro l’11 novembre 2021. Al momento però non sembra essere a rischio la produzione di dispositivi Xiaomi, così come invece è stato per Huawei.
Come conseguenza di ciò, il titolo di Xiaomi ha perso 14 punti negli USA in seguito alla notizia che l’azienda era stata aggiunta alla lista del Pentagono delle società con presunti legami con l’esercito cinese. Il colosso cinese ha atteso solamente un paio di giorni prima di comunicare la propria risposta in merito a questa mossa.
Il colosso ha negato le accuse di collusione con l’esercito cinese, ribadendo anche che i propri prodotti sono fatti da civili per civili. Ecco le parole precise: “La Società ribadisce di fornire prodotti e servizi per uso civile e commerciale. La Società conferma di non essere di proprietà, controllata o affiliata all’esercito cinese e di non essere una “Compagnia militare cinese comunista” definita ai sensi della NDAA“.