Il Canone Rai è una tassa dovuta da chiunque sia in possesso di un apparecchio televisivo. Poco importa se la TV non sia agganciata all’antenna o più semplicemente non si guardino i canali Rai: il pagamento dell’imposta avviene sulla presunzione di detenzione di un apparecchio televisivo da parte di chi è intestatario di un’utenza per l’energia elettrica. Essere in possesso di un apparato televisivo è dunque sufficiente a far scattare l’obbligo di pagamento dell’imposta.
Anche per questo anno, il Canone Rai ha un costo di novanta euro addebitato in dieci rate mensili, da gennaio ad ottobre, nelle bollette luce. In alternativa, tutti i cittadini con un reddito di pensione non superiore ai 18.000 euro, potranno invece richiedere di pagare il canone TV direttamente con addebito sulla pensione. Per farlo, tuttavia, è “necessario farne richiesta al proprio ente pensionistico entro il 15 novembre dell’anno precedente a quello cui si riferisce l’abbonamento”.
In alcuni casi, poi, il pagamento può avvenire con il modello F24. A specificare i casi in questione è lo stesso sito dell’Agenzia delle Entrate:
“Se nessun componente della famiglia anagrafica, tenuta al versamento del canone, è titolare di contratto elettrico di tipo domestico residenziale, il canone deve essere versato con il modello F24 entro il 31 gennaio dell’anno di riferimento […]. Il modello F24 deve essere utilizzato per il pagamento del canone anche da parte dei cittadini per i quali la fornitura di energia elettrica avviene nell’ambito delle reti non interconnesse con la rete di trasmissione nazionale”.
Vi sono, però, tre classi di persone che possono beneficiare dell’esonero e quindi non pagare il Canone Rai. Queste sono, anzitutto,
Chi rientra in una di queste categorie dovrà essere presentata una dichiarazione sostitutiva in cui si attesta il possesso dei requisiti, sia mediante un apposito modulo Web disponibile sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, sia per mezzo di un intermediario abilitato come potrebbe essere un commercialista o il CAF.