I download sono diminuiti di oltre 2 milioni tra il 5 e il 12 gennaio rispetto alla settimana precedente, scendendo a 10,6 milioni. Un dato attualmente inferiore sia a quello di Signal che di Telegram. Quest’ultime hanno registrato rispettivamente 17,8 milioni e 15,7 milioni di download nello stesso periodo. La diminuzione dei download segue l’insoddisfazione degli utenti per il modo in cui WhatsApp tratta i dati.
Un messaggio pop-up inviato ai suoi 2 miliardi di utenti ha recentemente chiesto loro di accettare i Termini di servizio per la sua politica sulla privacy prima dell’8 febbraio, per evitare di perdere l’accesso all’app. Gli utenti saranno ora soggetti a un accordo di condivisione dei dati tra WhatsApp e Facebook, che vedrà dettagli privati come numero di telefono, indirizzo IP e informazioni sul browser.
L’esodo ha portato al panico dell’azienda. WhatsApp questa settimana ha pubblicato annunci su tutte le pagine dei giornali chiedendo agli utenti di non abbandonare l’app. “WhatsApp rispetta e protegge la tua privacy”, si legge nero su bianco sulla prima pagina di The Indian Express e The Hindu, oltre che su altri otto giornali.
“WhatsApp non può vedere i tuoi messaggi privati o ascoltare le tue chiamate, né può farlo Facebook. Ogni messaggio privato, foto, video, messaggio vocale e documento che invii ai tuoi amici, familiari e colleghi di lavoro o chat di gruppo è protetto da crittografia end-to-end. Rimane tra voi”.
Il massiccio afflusso di nuovi utenti su Telegram ha portato il fondatore dell’app a descriverla come “la più grande migrazione digitale nella storia dell’umanità”. Lo stesso vale per Signal, non ancora molto conosciuta in Italia rispetto ad altri Paesi, ma vicina ad un debutto che potrebbe oscurare quello di WhatsApp anni fa.