In questi mesi le proposte per tenere sotto controllo il coronavirus sono state svariate. Stavolta però al centro vi è una web app realizzata da medici e ricercatori italiani che si basa su una regola di previsione clinica convalidata, la quale è in grado di valutare al momento diversi fattori e riconoscere il rischio di ciascun paziente, migliorando il triage e la gestione dei malati.
Coronavirus: cosa è emerso dagli studi
Lo studio, precisamente, è nato da una collaborazione tra Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, Policlinico universitario A. Gemelli di Roma e università di Palermo. I medici italiani hanno arruolato 2.191 pazienti ricoverati con Covid-19 in 3 unità italiane dedicate (1.810 pazienti dalle unità di Bergamo e Pavia; 381 dall’unità di Roma) e sono riusciti a scovare i profili migliori, peggiori, intermedi. L’età media dei pazienti era di 67 anni e il 45% dei pazienti aveva 70 anni o più.
Durante gli studi è risaltato un dettaglio fondamentale che i medici hanno spiegato così: “è una scoperta nuova e si potrebbe sostenere che i pazienti con la malattia più grave sono stati ricoverati subito dopo l’insorgenza dei sintomi, mentre quelli che sono stati ricoverati dopo una più lunga durata dei sintomi erano quelli con malattia più lieve”.
Nel momento del ricovero in ospedale, la febbre era presente nell’85% dei pazienti, la dispnea nel 56% e la tosse nel 44% dei pazienti. Alla fine del follow-up, i dottori avevano visto la morte di 540 pazienti (24,6%), la terapia intensiva di 302 (13,7%) e la dimissione di 1.358 pazienti (62,0%). Solo 258 erano invece ancora ricoverati in ospedale.