Chernobyl torna al centro delle polemiche. Stavolta però la causa è la società ucraina di dragaggio Sobi, la quale ha vinto la gara per scavare 100.000 metri cubi di sedimenti dal Pripyat, il fiume che attraversa la zona nucleare. Il piano è di realizzare un nuovo corso d’acqua chiamato E40 che sarà lungo 2000 chilometri, collegando il Mar Baltico al Mar Nero e attraversando Polonia, Bielorussia e Ucraina. Non è stato considerato però il grande rischio a cui andranno incontro le acque, vista la probabilità di fanghi contaminati dopo il disastro nell’area.
Chernobyl: il piano della società ucraina di dragaggio Sobi
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha mostrato fin da subito il suo contrario parere: la zona di alienazione di Chernobyl non va toccata a causa delle radiazioni a lunghissima durata. Come se non bastasse numerose ONG tra cui Save Polesia, WWF e BirdLife hanno sottolineato che il governo ha violato la legge con inadeguate valutazioni sull’impatto ambientale del progetto.
In un’intervista al Guardian il ricercatore capo David Boilley, un fisico nucleare e presidente di Acro (L’ONG francese Association pour le Contrôle de la Radioactivité dans l’Ouest) ha sottolineato che i sedimenti intorno a Chernobyl sono la parte più contaminata della zona di esclusione. Pertanto è assurdo che qualcuno sia disposto a servirsene.
L’agenzia Sobi si è difesa dagli attacchi affermando che che la società ha effettuato delle ricerche sulle radiazioni prelevando campioni di suolo. Ha inoltre aggiunto che la sicurezza dei loro lavoratori è sotto controllo.
L’E40 diventerebbe la via d’acqua più lunga d’Europa, 25 volte più grande del canale di Panama.