L’istituzione di un Passaporto digitale per attestare l’avvenuta somministrazione del vaccino anti-Covid è ormai imminente. La proposta, partita dalla Grecia a trazione Kyriakos Mitsotakis, è arrivata alla Commissione Europea che sta valutando seriamente come metterla in atto e consentire la ripresa del turismo transfrontaliero, quasi azzeratosi a causa della pandemia.
In questa maniera, si potrebbe tornare liberi di viaggiare almeno entro i confini dell’Unione Europea, in tutte le sue 27 nazioni, e nei Paesi extra-UE che eventualmente adotteranno la stessa modalità di discernimento.
Non è un caso che la proposta sia stata partorita e presentata proprio da uno degli Stati membri che ha subìto maggiormente il contraccolpo derivante dalla mancanza del turismo internazionale, considerando che – come riporta il quotidiano The Guardian – un quinto del Pil greco proviene esattamente dal comparto turistico. E ha già creato un certificato standard per dimostrare l’avvenuta vaccinazione.
Nel frattempo che l’Europa dia il via libera per attivarsi con il passaporto digitale, probabilmente tramite un’app, oltre i confini del nostro continente due compagnie aeree si stanno già muovendo nello sperimentare il sistema: si tratta di due fra le maggiori società mondiali, Emirates
ed Etihad.Perché le compagnie aeree hanno un così grande interesse nel proporre in prima persona soluzioni in questi termini, oltre ad un chiaro vantaggio economico nel far tornare i cittadini a viaggiare?
La risposta è molto semplice. Il vettore aereo si sposta da un Paese all’altro, trasportando passeggeri. Nel momento in cui, però, un passeggero non potesse entrare nel Paese d’arrivo perché non rispetta le restrizioni da lui imposte in tema Covid, è responsabilità della compagnia riportarlo nel Paese di partenza.
Questo comporta un dispendio di risorse e denaro per le compagnie, che pertanto hanno ogni interesse nel premurarsi che i passeggeri rispettino le norme del Paese di arrivo così da poterli far sbarcare tutti quanti.