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Robotica: un sottomarino Robot potrebbe aiutare nelle prossime missioni

Alcuni scienziati hanno suggerito che la più grande luna di Saturno, Titano, potrebbe essere attraversata utilizzando un sottomarino robotico spinto attraverso il suo cosiddetto oceano di metano.

Gli astronomi della Cornell University affermano che il Kraken Mare, un vasto corpo di metano liquido nascosto sotto l’atmosfera gassosa della luna, contiene quasi tutto il liquido lunare a una profondità sorprendente di 300 metri. La composizione chimica è diversa da quella cui siamo abituati. Tuttavia, i fiumi, i laghi e gli oceani di Titano hanno una sorprendente somiglianza con quelli della Terra. Lo studio dell’atmosfera potrebbe rivelare informazioni su come il nostro pianeta si è sviluppato.

“La profondità e la composizione di ciascuno dei mari di Titano erano già state misurate. Ad eccezione del mare più grande di Titano, Kraken Mare. Quest’ultimo contiene anche circa l’80% dei liquidi superficiali della luna”. Questo quanto dichiarato dall’autore principale Valerio Poggiali, ricercatore associato presso il Cornell Center for Astrophysics and Planetary Science (CCAPS).

Sottomarino robotico per attraversare Titano: il mistero dell’oceano di metano

Gli scienziati erano già riusciti a calcolare la batimetria del mare (profondità) in una precedente missione nel 2014. Mentre la missione Cassini T104 ha esaminato un mare più piccolo, Ligeia Mare, vicino al polo nord della luna viaggiando a 13.000 miglia orarie a quasi 600 miglia sopra Titano. Tornati sulla Terra, i ricercatori hanno potuto notare le differenze di tempo rispetto al radar quando ha colpito la superficie del mare. Inoltre, quando è tornato dal fondo dell’oceano. In seguito sono stati combinati i dati con la conoscenza di come l’energia del radar viene assorbita attraverso il liquido.

In futuro un sottomarino potrà visitare e viaggiare attraverso il Kraken Mare, anche se è improbabile che il veicolo abbia un motore meccanico. “Grazie alle nostre misurazioni gli scienziati possono ora dedurre la densità dei liquidi con maggiore precisione. Di conseguenza, calibrare meglio il sonar a bordo della nave e comprendere i flussi direzionali del mare”.

Una futura missione potrebbe rivelare la misteriosa origine del motivo per cui su Titano c’è del metano liquido. La luce del Sole, circa 100 volte meno intensa di quella terrestre, converte continuamente il metano nell’atmosfera in etano. In 10 milioni di anni, questo avrebbe dovuto esaurire completamente le riserve di metano sulla superficie di Titano. I risultati dei ricercatori sono stati pubblicati con il titolo “The Bathymetry of Moray Sinus at Titan’s Kraken Mare” nel Journal of Geophysical Research.

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Pubblicato da
Rosalba Varegliano