Il ritardo di Pfizer-BioNTech nella consegna delle dosi di vaccino sta costringendo i Paesi che ne hanno ordinato numerose scorte a rivedere i propri piani vaccinali dei prossimi mesi.
Il rallentamento è stato spiegato come la conseguenza di una necessaria interruzione nella filiera produttiva belga, da cui provengono le fiale destinate al territorio europeo e limitrofo, per riarrangiare la produzione e renderla più efficiente nel lungo periodo.
Ma agli occhi dei Governi questo rappresenta esclusivamente un enorme problema, verso cui molti si stanno attivando con azioni legali. Per rispettare le disposizioni per la somministrazione, infatti, molti Paesi tra cui l’Italia sono costretti a sospendere la distribuzione del vaccino per consentire a tutti coloro che lo abbiano già fatto di ottenere la seconda dose entro 21 giorni dalla prima inoculazione.
E poi ci sono Paesi come il Regno Unito, che invece ha deciso di non allinearsi alle prescrizioni – pur non sapendo se l’esito sarà altrettanto efficace – e di attendere anche molto più tempo tra una somministrazione e l’altra.
Sarà possibile inoculare la seconda dose del vaccino fino a 3 mesi dopo la prima, secondo le nuove disposizioni del Regno Unito.
La speranza riposta in questa scelta decisamente controcorrente – e in direzione diversa anche rispetto ai consigli provenienti dai medici britannici, che avevano suggerito un massimo di 6 settimane d’attesa – sta in un abbassamento della curva dei contagi già a seguito della prima somministrazione. In combinazione, chiaramente, con le altre misure preventive come la quarantena, l’isolamento fiduciario e tutte le altre norme attualmente in vigore.
Se non dovesse portare risultati, si diminuirà il tempo intercorrente tra le due somministrazioni.
La notizia sta facendo molto discutere, perché i test dell’azienda in questione non sono stati effettuati su lassi di tempo maggiori rispetto ai 21 giorni, quindi non esiste attualmente alcuna prova certa del funzionamento di questa strategia.
Senza dubbio, ne sentiremo ancora parlare nelle prossime settimane.