Secondo recenti notizie, il Parlamento europeo rischia di essere indagato dal Garante europeo per la protezione dei dati a causa del trattamento delle informazioni da parte del portale adottato per prenotare i tamponi al fine di verificare la positività al Covid-19.
Stando ad una prima denuncia fatta lo scorso ottobre da parte di sei europarlamentari e una seconda presentata nei giorni scorsi da Noyb, associazione che è specializzata nei diritti digitali e fondata dall’attivista austriaco Max Schrems, molto famoso per aver avuto l’invalidazione degli accordi tra Europa e Stati Uniti circa lo scambio dei dati personali, il sito avrebbe condiviso informazioni sensibili con fornitori oltreoceano senza avere una base legale. In più, i banner sui cookie non una piena comprensione dell’uso dei dati
Covid-19: le accuse contro il portale del Parlamento europeo
Il sito, anche se non aveva la gestione diretta dei dati sanitari, avrebbe inviato oltre 150 risposte a richieste di dati che provenivano da servizi di terze parti con sede negli Stati Uniti. Tra questi, alcuni account erano collegati a Google e alla fintech Stripe. Dal ricorso attuato da Noyb si mette in evidenza la presenza di cookie di Stripe e Google Analytics, nonostante non fossero menzionati nell’informativa.
Le condizioni a cui sono soggetti il trasferimento di dati personali dall’Unione Europea agli Stati Uniti sono comunque molto rigorose, e in questo caso non sarebbero state rispettate. Questa è una cosa che Noyb conosce molto bene, essendo che proprio le cause di Schrems hanno invalidato per ben due volte gli accordi tra Bruxelles e Washington per il trasferimento dei dati. Ora, arrivati a questo punto, la parole definitiva passa al Garante.