Il peso degli oneri fiscali, è risaputo, risulta particolarmente sentito dai contribuenti. Ciò che non era noto, però, è il dato di quanto il nostro sistema fiscale risulti “fortemente sbilanciato” a favore delle imprese.
Sulle aziende, infatti, l’imposizione fiscale italiana è bassissima: la terza più bassa in Europa, dopo Lettonia ed Estonia.
A definirlo, lo studio dell’Istat presentato da Gian Paolo Oneto durante un’audizione alla Camera, nella commissione Finanze: “Le imposte sui redditi di individui e famiglie pesano per il 27,5% delle entrate totali, mentre quelle sui redditi delle imprese si fermano al 4,6%”. La discussione verteva sulla riforma Irpef, che è in questi giorni allo studio.
Nel corso degli ultimi 10 anni, rileva Oneto, la riduzione del peso delle entrate fiscali è andata tutta a vantaggio delle imprese e del guadagno di capitali. A farne le spese sono stati invece gli individui e le famiglie,
su cui le imposte sui redditi sono aumentate, garantendo introiti superiori dell’1,2% (mentre le imprese sono state alleggerite del -2,5%).Particolarmente controversa, in questi termini, risulta la posizione delle famiglie monoreddito, in cui andrebbe riequilibrato lo svantaggio di tassazione tra le famiglie con un unico percettore di reddito da lavoro dipendente o pensionistico, rispetto a quelle in cui il percettore di reddito risulta essere un lavoratore autonomo.
Altri interventi dovrebbero andare a bilanciare il maggior peso a carico delle coppie senza figli o delle coppie con figli adulti rispetto a tutte le altre configurazioni familiari.
Lo scopo dell’intervento in commissione era presentare le varie criticità presenti al momento, rilevate nell’ambito dell’indagine conoscitiva richiesta all’Istat per avere dati sufficienti ad una riforma Irpef adeguata.
Seguiranno aggiornamenti nelle prossime settimane, in base all’esito dei lavori che la commissione Finanze porterà avanti.