Per guerra nucleare si intende un conflitto tra due o più paesi nel quale i rivali fanno ricorso alle armi nucleari. La detonazione di un’arma nucleare, sicuramente, avrebbe conseguenze devastanti per l’intero pianeta come abbiamo potuto notare dopo l’incidente nucleare di Chernobyl. Ma quali sarebbero gli effetti che un conflitto atomico potrebbe determinare, ad esempio, sui mari o sulla pesca?
A rispondere a questa interessantissima domanda è uno studio pubblicato su Communications Earth & Environment da un team di ricercatori della Rutgers University-New Brunswick. In questo lavoro gli scienziati ipotizzano che, durante una guerra nucleare, una delle conseguenze più gravi sarebbe l’innesco di una nuova e potente versione del fenomeno del Niño. Il tutto con conseguenze sulla flora e fauna oceaniche senza precedenti. Inoltre, l’oceano Pacifico equatoriale subirebbe un surriscaldamento che porterebbe ad una catena di effetti negativi importanti su interi ecosistemi.
Una guerra nucleare, nello specifico, e il surriscaldamento che ne deriverebbe taglierebbe le popolazioni di alghe del 40% e questo, a sua volta, determinerebbe la riduzione dei pesci e, quindi, della pesca. Per giungere a queste conclusioni gli scienziati hanno eseguito delle simulazioni al computer nelle quali hanno assistito ad una riduzione del 40% della biomassa di fitoplancton nel Pacifico equatoriale. Un fenomeno questo che potrebbe avere degli effetti a valle che si ripercuoterebbero sugli organismi marini più grandi dei quali noi ci cibiamo.
Inoltre, il Niño nucleare di cui parlano i ricercatori nel loro lavoro interromperebbe le precipitazioni in numerose e vaste aree tra l’oceano Indiano e l’oceano Pacifico ed altri mari circostanti. Insomma, all’avvio di una probabile guerra nucleare seguirà, irrimediabilmente, un insieme di eventi che sconvolgerebbero drammaticamente i complessi e delicati equilibri degli ecosistemi marini.