Spossati e poco speranzosi, queste le sensazioni che ognuno di noi prova ogniqualvolta affronta un nuovo giorno. Chi ha superato la fase critica del Coronavirus lamenta stanchezza mentale e fisica che perdura nelle successive settimane. La pressione è palpabile al punto che si è resa necessaria un’analisi neurologica approfondita onde valutare le conseguenze post-quarantena.
Test neuropsicologici specifici inoltrati dai medici del reparto di Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Vipiteno hanno identificato una disfunzione neurologica notevole raffrontabile a difficoltà motorie e di concentrazione. I riscontri sono stati pubblicati su Journal of the Neurological Sciences
ed ha visto la partecipazione attiva della dott.ssa Paola Ortelli e della dott.ssa Viviana Versace, insiema al noto neurologo Leopold Saltuari e al primario Luca Sebastianelli che spiega:«C’è una prima indicazione sul fatto che la fatica, in modo particolare, è correlata ad una disfunzione specifica di un neurotrasmettitore della corteccia cerebrale. Con la stimolazione magnetica transcranica ho studiato la fatica motoria, quel senso patologico di essere esausti anche con un piccolo sforzo o senza. Abbiamo visto che c’è un deficit di circuiti gabergici dell’area motoria primaria, per cui la fatica viene elaborata in maniera patologica».
Paola Ortelli, alla guida della squadra di ricerca, aggiunge:
«Abbiamo osservato che questo affaticamento va ad intaccare le nostre capacità cognitive. Non si tratta di una sensazione soggettiva: la fatica è dettata veramente da un esaurimento dell’organismo».