Ogni mese le più grandi paure di ogni utente prendono corpo negli importi di luce e gas da dover corrispondere ai providers onde evitare distacchi o diffide, questo perchè spesso capita che tali importi risultino davvero esageratamente alti, obbligando le varie famiglie a sforzi non indifferenti dal punto di vista economico.
Quello che però in molti non sanno, è che è possibile richiedere, quando si sospettano importi sbagliati, la rettifica delle bollette, un diritto esercitabile da ogni cliente previsto dal codice di condotta commerciale per la vendita di energia elettrica e di gas naturale.
Una situazione del genere dunque capita quando il cliente si rende conto che gli importi non sono corretti, cosa che obbliga lo stesso a fare delle riflessioni sulle possibili cause dietro questi errori, come ad esempio l’utilizzo di una tariffa inadeguata ai propri bisogni, oppure un a scarsa efficienza energetica di tutto l’impianto.
Cosa fare ?
Qualora ci si renda conto che gli importi segnalati sono sbagliati, il cliente deve procedere inviando una richiesta scritta al proprio venditore, all’interno della quale deve sottolineare tutte le anomalie registrate, essa sarà valida sia per la rettifica della fatturazione che degli importi da pagare, è preferibile allegare un’autolettura del contatore per consentire al provider di controllare.
Il fornitore avrà poi, a partire dal momento di ricezione della richiesta, 40 giorni per inviare una risposta in cui elencherà tutti i dati registrati tra cui, eventualmente le motivazioni dietro gli importi e nel caso, un rimborso se presenti degli errori evidenti.
Se esso mancherà di procedere, il cliente avrò diritto ad un rimborso sotto forma di bonus, nella bolletta immediatamente successiva alla risposta giunta oltre la scadenza del valore di:
- 20 euro se la risposta giunge tra i 40 e gli 80 giorni dopo
- 40 euro se la risposta giunge tra gli 80 e i 120 giorni dopo
- 60 euro se la risposta arriva dopo 120 giorni