Il brevetto utilizza informazioni su “tono di voce, accento, ritmo e criteri simili”. Sono informazioni che Spotify potrebbe sfruttare per rilevare se un utente è “felice, arrabbiato, spaventato, triste o nessuna delle precedenti”. L’azienda sta sviluppando questa tecnologia poiché chiedere agli utenti di fornire informazioni personali richiede loro “di inserire noiosamente risposte a più domande in modo che il sistema possa identificare i loro gusti”.
“Ciò che serve è un approccio completamente diverso per la raccolta di questo genere di dati per ciascun utente”, si legge nel brevetto. “È possibile utilizzare numerose caratteristiche e classificazioni“. Il che significa che Spotify potrebbe ascoltare più caratteristiche identificative. Per poi separarle dai rumori di sottofondo come i veicoli all’esterno o altre persone che parlano.
Questi metadati verrebbero considerati insieme ad altre informazioni che Spotify ha già raccolto sugli utenti. Ad esempio, la libreria musicale o la cronologia di ascolto degli amici, che suggerirebbero ulteriori preferenze per un determinato brano. “L’output potrebbe essere semplicemente la riproduzione del contenuto successivo”, afferma il brevetto. “In un altro esempio, l’output potrebbe essere una raccomandazione su un altro dispositivo”.
Il brevetto è stato depositato a febbraio nel 2018, ed è stato approvato il 12 gennaio 2021. Tuttavia, l’azienda sta lavorando anche su numerose altre tecnologie. Spotify ha anche brevettato un sistema che userebbe l’intelligenza artificiale per rilevare eventuali plagi. Utilizza un algoritmo per calcolare quanto una canzone sia simile ad un’altra e definisce quale parte della canzone potrebbe violare il copyright di un altro artista. Si suppone che il rilevatore possa annotare le canzoni plagiate “in tempo reale”.