L’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, ha criticato alcune aziende per aver ingannato i clienti e abusato dei loro dati. Al centro della polemica pare ci sia in particolar modo Facebook.
Sebbene Cook non abbia fatto alcun riferimento esplicito a Facebook, le sue osservazioni arrivano in seguito alle critiche rivolte a Facebook e gli scontri tra titani generati da tali critiche. Il focus delle dichiarazioni di Tim Cook è proprio la tanto agognata privacy. Ha rilasciato una serie di commenti che sembrano riferirsi al social network e ad altre società simili, comprese osservazioni relative alla disinformazione e all’estremismo che talvolta emerge.
“In un momento di disinformazione dilagante e teorie del complotto alimentate da algoritmi stessi di una piattaforma, non possiamo chiudere un occhio difronte ad una teoria che giustifica la tecnologia in scenari paradossali. L’obiettivo delle aziende tech [che dovrebbe essere la privacy degli utenti] non è raccogliere più dati possibile“.
Tim Cook: Apple vs Facebook, per l’amministratore delegato di Apple molto aziende non proteggono i loro utenti
Cook ha anche citato due nuove funzionalità di Apple che mirano a garantire la privacy. Facebook ritiene che Apple stia lanciando queste funzioni con secondi fini. Tim Cook smentisce e sottolinea che le aziende così allarmate da queste funzioni sono le stesse sott’accusa da mesi per effettivi problemi di violazione della privacy. Riferimenti celati ma senza dubbi rivolti proprio a Facebook.
L’amministratore delegato Mark Zuckerberg ha attaccato esplicitamente Apple. Per Zuckerberg, Apple sta diventando uno dei “maggiori concorrenti” di Facebook in parte perché offre la propria piattaforma iMessage con funzioni simili a WhatsApp e Facebook Messenger. In quanto tale, Apple ha gli strumenti per usare il suo potere sulla piattaforma contro altre app, sostiene Zuckerberg. “Apple potrebbe dire che lo fanno per aiutare gli utenti, ma seguono chiaramente i loro interessi competitivi“.
“La tecnologia non ha bisogno di grandi quantità di dati personali, riuniti in dozzine di siti Web e app, per avere successo. La pubblicità è esistita e ha prosperato per decenni senza di essa” ha replicato Cook. “Se un’azienda si basa su utenti confusi, sullo sfruttamento dei dati, su scelte che non sono affatto scelte, allora non merita la nostra lode. Merita una riforma”.