Non è una notizia che fa più scalpore quella in cui Cina e Giappone si stanno già muovendo verso il 6G. Laddove il 5G non è ancora completamente arrivato arrivano però notizie sulla futura connessione. Infatti oltreoceano un gruppo di ricercatori sta studiando il modo inviare via streaming un video in 8K ad altissima risoluzione.
JST CRST è il progetto che studia lo streaming dei video in 8K sfruttando la tecnologia 6G
Si chiama JST Crest il progetto nato all’Università di Osaka che cerca di sfruttare il 6G per l’invio di video ad altissima risoluzione. Solitamente quando si vogliono inviare file di grandi dimensioni come un video in 8K e che hanno una velocità di decodifica dati altissima, è necessario comprimerli per la trasmissione wireless. Purtroppo questo crea non solo ritardi, ma anche un consumo di energia davvero importante.
L’obbiettivo di questi ricercatori è quello di sviluppare una nuova tecnologia che sfrutti la connessione 6G in modo da trasmettere anche via streaming video UHD. Lo ha spiegato molto bene Julian Webber, uno dei ricercatori impegnati in questo progetto. “In generale, maggiore è la frequenza, maggiore è la capacità di trasmettere informazioni, con le onde terahertz che hanno una frequenza più alta rispetto alle microonde e alle onde millimetriche. Ci siamo concentrati sulle onde terahertz nella banda dei 300 GHz”.
Un concetto molto chiaro che identifica una soluzione nella tecnologia 6G. E si sono visti i primi risultati di questo esperimento con la trasmissione wireless di segnali video in 8K senza averli compressi.
“Il nostro risultato dimostra l’utilità delle onde terahertz e si prevede che accelererà le attività di ricerca e sviluppo per la realizzazione di Beyond 5G e, infine, 6G. Tale tecnologia di trasmissione wireless non compressa per video UHD migliorerà la qualità della telemedicina e del telelavoro, che sono direttamente correlati a questioni sociali, e porterà al progresso della fusione cyber-fisica utilizzando i big data del video UHD”. Così conclude Masayuki Fujita, uno tra i professori che sta guidando la ricerca.
In sostanza strano a dirsi, ma sono già in atto ricerche per sfruttare meglio il 6G quando in certi luoghi ancora non è arrivato il 5G.