automobili Tutti i prodotti per quanto riguarda l’elettronica di consumo sono in una fase di disponibilità ridotta generalizzata, generata da una domanda dei consumatori che è stata ben più ampia di come ci si aspettasse, nonostante i 12 mesi di pandemia.

Da questo punto, nasce la difficoltà delle aziende produttrici di semiconduttori, le quali non sono in grado al momento di riuscire a garantire un volume di chip adeguato per i propri clienti. Questa situazione interessa non solo smartphone, tablet, PC e i tipici prodotti di elettronica, ma questo genera ripercussioni anche in settori complementari, i quali però dipendono molto dai semiconduttori.

In questo caso parliamo del mondo delle automotive, che è stato chiamato ad una forte ripresa delle vendite dopo un anno di pandemia e i due anni precedenti dove le vendite erano in netto calo. Le stime formulate da Trendforce indicano per nel 2021 verranno venduti 84 milioni di veicoli in tutto il mondo, contro il dato di 77 milioni registrato nel 2020.

 

 

Automobili e chip: la situazione resta complicata

Per arrivare ai risultati sperati, però, sarà necessario per le aziende produttrici di veicoli di risolvere problemi che sono legati alla disponibilità di chip, andata in crisi dopo la domanda di mercato per i prodotti di elettronica di consumo andata vertiginosamente in alto.

Le scorte dei produttori sono state ridotte nel 2020, così da adattarsi al calo dovuto dalla pandemia da coronavirus. Conseguenzialmente, al momento attuale l’industria automobilistica non è preparata in modo adeguato, sino al punto di rallentare o addirittura fermare gli impianti.

I produttori rischiano di non stare al passo con la produzione dei veicoli proprio in base al fatto che c’è mancanza di chip. Situazione, quindi, che richiederà ai produttori di semiconduttori di assicurare un volume adeguato risolvendo i problemi esistenti e di adattarsi ai cambiamenti repentini del mercato.

Articolo precedenteDiesel: abbandonato da Shell che decide di ricaricare le auto elettriche
Articolo successivoNeuralink e Elon Musk: ora una scimmia può giocare ai videogiochi