La battaglia contro il Covid resta ancora una priorità, non soltanto in ambito sanitario, ma anche economico. In questi primi giorni di Febbraio, il numero dei casi giornalieri è in relativa decrescita ed il contenimento del virus, anche rispetto ad altre nazioni europee, può essere definito sotto controllo. Tuttavia, gli italiani sono sempre chiamati a rispettare le famose tre regole per evitare il contagio. Un quarta norma si è ora aggiunta.
Numerose ricerche – tra cui anche una italiana dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – hanno sottolineato come all’interno di spazi chiusi ed aree circostanziate, una buona e regolare circolazione dell’aria sia determinante per evitare la diffusione del virus.
Il Covid, come risaputo, nasce dal contatto delle persone con particelle infette del virus (i famosi droplets o gli aerosol). Negli spazi chiusi, senza areazione, la circolazione di queste particelle è nettamente favorita. Aver dei flussi di riciclo dell’aria – naturali o artificiali – può essere determinante per disperdere le particelle.
La quarta regola da seguire per evitare il Covid è quindi assicurare il riciclo dell’aria circostante il spazi non all’aperto. Tra questi si possono menzionare uffici, aule scolastiche, mezzi pubblici o anche ambienti domestici.
I modelli certificano le validità di queste teorie. Numerose ricerche hanno evidenziato come il rischio di contrarre il Covid in ambienti chiusi sia sino al 90% inferiore per chi, in presenza di un infetto, utilizza la tre norme fondamentali (mascherina, distanziamento ed igiene delle mani) e favorisce la circolazione dell’aria. Con le sole tre norme fondamentali, a pari condizioni, il rischio di contagio è del 50%.