Internet è un posto davvero pericoloso, soprattutto se a navigarci sono bambini e adolescenti ingenui. Ne è la prova la morte della bimba di dieci anni di Palermo finita nel vortice della Blackout Challenge, nonché una prova di soffocamento diffusa su Tik Tok. Ma non è l’unica sfida che ha provocato svariati morti. Nel 2020 infatti sbarcò quella di Jonathan Galindo, e ancor prima la Blue Whale, le quali allo stesso modo portarono delle conseguenze mortali.
Come vi abbiamo già accennato, la Blackout Challenge consiste nel togliersi l’ossigeno stringendo al collo una corda, una sciarpa o una cinta. Secondo alcuni pareri la sfida provocherebbe euforia, il che spinge i più piccoli a provarla. Nella verità però tale soffocamento «porta a sensazioni di panico e a una perdita di conoscenza che può causare dei profondi danni neurologici», come spiegato a Repubblica da Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di neuroscienze del Fatebenefratelli di Milano.