La funzione utilizza i progressi dell’Intelligenza Artificiale (IA) per riutilizzare i sensori già integrati nel dispositivo. Le frequenze respiratorie possono essere misurate puntando la fotocamera del telefono verso la testa e la parte superiore del busto di una persona. Mentre la misurazione della frequenza cardiaca richiede semplicemente di posizionare un dito sulla fotocamera posteriore. Una volta misurati, i segni vitali possono essere trasferiti all’app Google Fit per consentire agli utenti di monitorare meglio la propria salute e “migliorare il benessere quotidiano”.
Shwetak Patel ha scritto in un post sul blog che la nuova funzionalità sarebbe stata disponibile per i possessori di Pixel il mese prossimo prima di essere distribuita su altri dispositivi Android. “Queste funzionalità consentono di utilizzare la fotocamera del tuo smartphone per tracciare piccoli segnali fisici. Ad esempio, i movimenti del torace per misurare la frequenza respiratoria e i sottili cambiamenti nelle dita per la tua frequenza cardiaca”.
“Abbiamo sviluppato entrambe le funzionalità e completato gli studi clinici iniziali per convalidarle. In questo modo funzioneranno in una varietà di condizioni del mondo reale e per il maggior numero di persone possibile. Ad esempio, il nostro algoritmo di frequenza cardiaca si basa sull’approssimazione del flusso sanguigno e cambiamenti di colore nella punta delle dita. Dunque, deve tenere conto di fattori come l’illuminazione, tono della pelle, l’età e altro”.
Durante un evento di Google Health, il gigante della tecnologia ha rivelato che i primi studi suggeriscono che lo strumento è in grado di misurare la frequenza cardiaca con una precisione del 2%. Google non è il primo produttore di smartphone a includere i cardiofrequenzimetri sui propri dispositivi. Samsung in precedenza lo ha introdotto sul suo Galaxy S10 e su altri modelli precedenti. Il produttore sudcoreano da allora ha rimosso la funzione nei dispositivi più recenti. Infatti, preferisce affidarsi a letture più accurate dai sensori incorporati nei dispositivi indossabili come il Galaxy Watch. La speranza di Google è di rendere la tecnologia disponibile a un pubblico più ampio rispetto a chi indossa fitness tracker e smartwatch.