Certe cose non si dimenticano, come la morte della piccola di Palermo a causa di un gioco pericoloso diffuso tra gli adolescenti su TikTok. Aveva solo 10 anni e il limite di età per essere iscritti è di 13. Molti si domandano come si possa controllare e regolamentare gli accessi evitandoli ai più piccoli. Ecco alcune proposte che mettono in campo anche la tecnologia dello Spid come valida soluzione.
Sono molte le proposte di esperti e istituzioni volte a risolvere un problema che prima sembrava inesistente. Infatti oggi sono molti i bambini che si iscrivono a social network pur non avendo raggiunto l’età consentita.
Il caso TikTok non solo ha suscitato sgomento e indignazione per la morte della bambina di Palermo, ma ha anche svelato un problema che andrebbe risolto nel più breve tempo possibile.
Sono diverse le soluzioni proposte e vanno dall’intelligenza artificiale all’uso dello Spid. Quale potrebbe essere la migliore? La cosa più importante è raggiungere l’obbiettivo, ovvero poter accertare l’età degli utenti
che si iscrivono a un social network.
Una delle necessità principali per regolamentare gli accessi ai social network è poter verificare che l’età dichiarata corrisponda a quella reale. Purtroppo ad oggi questo non avviene, basti pensare che la nuova piattaforma social Clubhouse richiede un pubblico maggiorenne, tuttavia non ha un sistema per certificare l’età dei nuovi iscritti. Lo spid per esempio potrebbe essere una soluzione.
Paola Pisano, ministra uscente all’innovazione, ha indicato una linea guida in merito. Secondo la ministra i genitori dovrebbero gestire uno Spid per i propri figli. Questo permetterebbe l’accesso ai social solo per chi raggiunge il limite di età imposto e allo stesso tempo garantirebbe la supervisione dei genitori. Di contro tutti sarebbero obbligati ad usare e pagare lo Spid e l’iscrizione ai social diventerebbe decisamente meno pratica.