Ha del grottesco quanto accaduto in Germania ma allo stesso tempo sottolinea come, la sempre crescente espansione delle criptovalute stia rendendo il crimine informatico qualcosa di ancora più arduo da gestire, obbligando la polizia a aggiornarsi costantemente in materia per riuscire a mantenere inviolata la giustizia.
Il fatto didascalico è avvenuto nella città bavarese di Kempten, in Germania, dove la polizia ha sequestrato la bellezza di 1700 bitcoins, l’equivalente di circa 50.000.000 di euro, una cifra monstre, che il proprietario aveva raggiunto attraverso un mining clandestino portato avanti mediante l’installazione di wallet su PC altrui senza consenso.
Piccolo dettaglio
I bitcoins sono conservati in un wallet protetto da password, la quale però non è stata dichiarata dal proprietario, cosa che ha reso inaccessibili i bitcoin sequestrati, bloccandoli virtualmente all’infinito o fino a quando il colpevole non deciderà di parlare, gli unici prelevati e riconvertiti sono stati 86 bitcoins che sono stati trovati in wallet sguarniti, per un valore di 500.000€ che è stato versato nelle casse statali.
Il restante delle criptomonete è stato protetto con una ulteriore password in modo da impedire a chiunque abbia la password originale di accedervi e prelevarli, restando in attesa che il colpevole si decida a parlare, stando alle dichiarazioni della polizia anche quei bitcoins saranno (una volta che la sezione informatica sarà riuscita a violare la password) destinati al cambio e poi a finire nelle casse del tesoro tedesco.
Il colpevole è stato condannato a due anni di carcere, la pena è giustificata dal fatto che il suo reato non è stato furto di denaro bensì di potenza di calcolo, cosa che non ha provocato un danno diretto in termini economici ai malcapitati.