L’Italia, anche se in svantaggio rispetto ad altre nazioni del mondo, resta il paese europeo che meglio si sta comportando nelle vaccinazioni contro il Covid. Dal mese di Dicembre sono state effettuati quasi 3 milioni di vaccini, con i sieri che hanno ricevuto l’approvazione da parte dell’EMA: Pfizer, Moderna ed AstraZeneca.
Il percorso della compagna vaccinale contro il Covid, tuttavia, non sarà libero da insidie. Già in queste ultime settimane, le case farmaceutiche hanno consegnato all’Italia e ad altre nazioni europee meno dosi di vaccino rispetto a quanto prestabilito dai contratti. In base a quanto riferito da Domenico Arcuri, commissario per la distribuzione dei vaccini, sono arrivate ben 300mila dosi in meno rispetto alle regolari tabelle di marcia.
L’altra insidia che potrebbe ostacolare le vaccinazioni contro il Covid è quella delle varianti. Il virus, come risaputo, muta e queste mutazioni potrebbero rendere inefficaci alcuni vaccini. Ad oggi, i tre vaccini approvati da EMA sono utili per la cosiddetta variante inglese e leggermente meno efficaci per le varianti brasiliana ed sudafricana.
Sulla base di queste evidenze, la scienza si interroga ora su quelle che potrebbero le date possibili per uscire dal tunnel del Covid. Hanno fatto molto discutere, ad esempio, le dichiarazioni dello scorso mese della prof.ssa Ilaria Capua secondo cui la pandemia potrebbe finire non prima del 2023.
Altrettanto roboanti e contestate le dichiarazioni del prof. Andrea Crisanti che ha avvertito gli italiani: le mascherine dovrebbero accompagnare la quotidianità della popolazione ancora per un anno e mezzo.