Buone notizie per tutti coloro che sono in cerca di lavoro e possiedono una laurea in discipline STEM. Perché? Sembra che entro il 2023 le banche assumeranno oltre 10mila dipendenti. Per fortuna gli standard si sono ampliati lasciando spazi non solo ai provenienti da lauree economiche, ma anche a chi avrà una formazione STEM (Sciences, Technology, Engineering, Mathematics). Ciò che ha trasformato le misure bancarie è prima di tutto la trasformazione digitale del settore, la quale richiede skills tecnologiche ancora poco diffuse nelle banche.
Banche: tra le prime ad aderire vi sono Intesa Sanpaolo e UniCredit
Le prime ad accogliere il cambiamento sono le banche di Intesa Sanpaolo e UniCredit: la crescita rispettiva sarà di 3.500 per quanto riguarda il gruppo Intesa Sanpaolo, e il 2.600 per UniCredit, a fronte di uscite e prepensionamenti.
Stando ai calcoli, la quota dei laureati in economia rimarrà comunque più elevata. Resta invece stabile al 20% la quota dei dipendenti dalle facoltà umanistiche e giuridiche. Ma la vera novità sarà rappresentata dalle risorse STEM in netta crescita (più del 30%).
Qual è la ragione di tale crescita? I nuovi dipendenti (sviluppatori di software e di architetture di information technology, specialisti di user e custodir experience, data scientist e analisti dei dati) contribuiranno al miglioramento del settore delle banche.
Insomma, l’avvento del digital banking rimane il driver di cambiamento principale, e sarà accompagnato dalla collaborazione tra gli istituti e i principali atenei universitari.
Parlando di innovazioni e cambiamenti verrà poi riconfermato il lavoro in smartworking, che, come testato durante il picco in quarantena, ha un’utilità non indifferente. Per di più è destinato a entrare nel “new normal” delle banche accompagnato dai nuovi dipendenti che trasporteranno il comparto verso un nuovo modo di fare banca.