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Patrimoniale: cosa sappiamo sul futuro di alcune tasse

La Legge di Bilancio 2021 ha rimesso sul banco la tassa patrimoniale che inizialmente era stata sospesa. Quantificare in maniera puntuale una stima degli effetti di gettito derivanti dalla proposta di una patrimoniale sulle grandi ricchezze, appare impossibile. Per questa ragione l’emendamento a firma PD-LeU torna tra quelli che saranno discussi in sede di approvazione della Legge di Bilancio 2021.

In cambio questo emendamento, prevede l’abolizione dell’IMU, della tassa sui conti correnti e dell’ulteriore balzello sul deposito dei titoli. Tutto questo, a patto di reinserire la patrimoniale dall’1 gennaio 2021. Pertanto, pagando una tassa sui patrimoni a partire dai da 500.000 euro in su, si eliminerebbe l’odiata patrimoniale sulla casa (la famosa IMU) nonché il bollo sui conti correnti e sul deposito titoli che da sempre è un fastidio per molti.

Riammissione patrimoniale 2021: cosa ci dice l’emendamento

Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, esiste già in Italia una odiata patrimoniale che colpisce una grossa fetta di contribuenti, indipendentemente dal proprio reddito. Si tratta dell’IMU, l’imposta sulla casa che nel 2019 ha prodotto un gettito pari ad oltre 21 miliardi di euro. Coloro che possiedono due o più immobili o abitazioni di lusso, sono obbligati a pagare l’IMU ogni anno.

Per quanto riguarda invece la tassa sui conti correnti, si tratta di un’imposta di bollo di 34,20 euro all’anno per le persone fisiche e di 100 euro per le aziende. Chiunque sia in possesso di un conto corrente.

Le critiche a questa nuova introduzione sono molte e si pensa che possa ledere alla ripresa dell’economia per certi versi. Presto con nuovi aggiornamenti sui prossimi sviluppi.

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Pubblicato da
Gilda Fabiano