Da mesi le tristi notizie riguardanti le challenge pericolose presenti sui social non fanno che spaventare la popolazione, soprattutto dopo la morte di diversi bambini. Anche stavolta, alla base di ciò che è successo, troviamo le solite sfide che si aggirano per i social. Per fortuna però tale storia ha un lieto fine.
Challenge: il minaccioso caso del bambino suicida
La vittima in questione è un 13enne di Varese, salvato da una coetanea di Cuneo a cui aveva parlato della sfida suicida. Il gioco consisteva in alcune domande, le cui risposte avrebbero portato a punizioni corporali per chi le poneva (arrivando persino al suicidio). Stando ai fatti, il ragazzo avrebbe comunicato su Whatsapp le sue intenzioni alla coetanea minacciando di andare incontro al suicidio nel caso in cui essa non avesse risposto alle domande. Ciò che rende il tutto più macabro è che il ragazzino avrebbe addirittura stabilito un orario di scadenza (le 14 del giorno dopo). Vale a dire un vero e proprio conto alla rovescia bloccato fortunatamente dalla denuncia e dall’intervento della Polizia.
A chiamare i rinforzi è stata senz’altro la madre della bambina di Cuneo, con la quale si era confidata la notte prima. Dopodiché gli agenti postali hanno provveduto al controllo del suo account, risalendo così alla madre del ragazzo. La donna, a Milano per lavoro, ha riferito che il figlio, solo a casa, stava attraversando un momento di disagio sociale. Il giovane è stato successivamente preso in custodia dalla Polizia, la quale ha così scoperto le effettive intenzioni di autolesionismo del giovane. Il caso è ora nelle mani dei servizi sociali e passerà sotto il controllo del tribunale dei minori di Milano.