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Negli Stati Uniti Amazon è sempre stata al centro dell’attenzione durante la pandemia per i fallimenti nel garantire la sicurezza ai propri dipendenti. Fin da subito ci sono stati numerosi contagiati all’interno dei vari magazzini sparsi su tutto il territorio tanto che alcuni sono diventati dei veri focolai. Anche ora che la situazione non è semplice nonostante gli effetti positivi del piano vaccinale.

Il colosso dell’e-commerce ha da poco assunti diversi dipendenti che prima facevano parte di una startup di test per Covid-19, la Caspr Biotech. Tra questi ci sono anche i fondatori della stessa e insieme stanno lavorando al progetto Artemis.

Considerato che proprio Jeff Bezos aveva dichiarato che la compagnia stava costruendo un laboratorio dedicato per testare i dipendenti, l’obiettivo sembra chiaro. Le parole dell’ex CEO: “Non siamo sicuri di quanto lontano arriveremo nei tempi pertinenti. Ma pensiamo che valga la pena provare e siamo pronti a condividere tutto ciò che apprendiamo”.

 

Amazon contro il Covid-19

Quelle di Franco Gotya, amministratore delegato delegato della Caspr Biotech: “Siamo ancora lontani dall’avere la nostra soluzione completamente prodotta e sviluppata. Stiamo lavorando giorno e notte per raggiungere il nostro obiettivo. Le persone lavorano fino alle 4 del mattino in laboratorio sugli esperimenti, lavorando più di 12 ore al giorno.”

Attualmente Amazon sembra che stia testando 700 lavoratori all’ora e questo grazie ai diversi accordi stretti con gli enti e con le società che sono in grado di fornire i tamponi. Sono tanti, ma considerando che ogni i lavoratori rischiano di ammalarsi, potrebbe non bastare.

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