Un media locale dell’Ucraina, ha dichiarato che gli incendi boschivi che hanno devastato la zona di esclusione di Chernobyl l’anno scorso hanno fatto sì che venissero introdotte delle nuove modifiche al layout delle aree interne contaminate.
Ciò è quanto riferito anche da Valentin Shcherbina, capo dell’Associazione professionale degli ecologi dell’Ucraina, il quale ha spiegato che ogni nuovo incendio nella zona di esclusione va a creare in automatico una nuova “mappa di contaminazione“. Questo per il semplice motivo che le particelle radioattive si vanno a diffondere in aree che prima erano completamente incontaminate.
Chernobyl: il disastro a distanza di anni continua
Inoltre, ha anche affermato che, a causa degli incendi che sono accaduti lo scorso anno, le particelle radioattive non sono state solo gettate nell’atmosfera ma hanno visto anche la loro introduzione nel sottosuolo e nell’acqua, entrando nel “ciclo geochimico” e “migrando, conducendo la contaminazione radioattiva secondaria”.
“E così le le precedenti mappe di percorsi turistici nella zona di esclusione, per esempio, sono diventate obsolete“, ha osservato. E non solo, Shcherbina ha anche messo in evidenza che, nei primi anni successivi al disastro di Chernobyl, nella zona è stato piantato un numero di alberi di pino molto vasto per andare ad accumulare e contenere particelle radioattive dal terreno e dalle acque sotterranee.
Nonostante ciò, allo stato attuale, gli ecosistemi forestali che ci sono non svolgono più la loro principale “funzione di barriera“. Di fatto, oltre 11 mila ettari di foreste vicino alla zona di esclusione di Chernobyl sono stati distrutti da grandi incendi nella metà del 2020, facendo sì che si venisse a creare un picco di radiazioni nell’area.