Il 28 febbraio è la data limite per la pubblica amministrazione per l’attivazione dei servizi attraverso Spid. Tuttavia sembra che ancora in pochi si siano attrezzati a dovere per questa evenienza; ciò malgrado la Spid sia stata utilizzata come chiave d’accesso a molte misure contro il Covid 19. Rispetto ai 23mila enti che dovrebbero essere coinvolti nella transizione ad oggi solo un quarto hanno attivato l’utilizzo della Spid per i propri servizi.
Il tempo sembra essere piuttosto stringente dunque anche se malgrado l’attivazione dei servizi, gli altri tipi di password resteranno attivi almeno fino al 30 settembre. C’è comunque da accelerare malgrado il circolo vizioso in cui sembra essere cascati da ormai qualche tempo.
Spid: il problema della Pubblica amministrazione
A parlare di questa situazione anche Gianni Dominici, direttore del ForumPa, che sottolinea: “Da un lato con poche persone dotate di Spid le amministrazioni non hanno percepito l’urgenza di accelerare la proropria adesione, dall’altro l’assenza di servizi accessibili tramite Spid non spingeva i cittadini verso l’identità digitale“.
Ad agevolare l’introduzione del sistema sono state quelle che Dominci definisce “killer Application“: “Non solo il reddito di cittadinanza, accessibile co Spid, ma anche i concorsi pubblici, ora in una stagione di ripresa. Ormai sono tante le singole amministrazioni che vincolano l’iscrizione ai concorsi all’autentificazione tramite Spid. La regione Emilia-Romagana ne è un esempio“. Speriamo dunque che il processo di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni possa concludersi quanto più velocemente possibile e soprattutto che possa contribuire al definitivo svecchiamento di un sistema ormai farraginoso e a tratti quasi anacronistico.