Il presidente degli Stati Uniti è cambiato, ma per Huawei invece sembra essere rimasto tutto uguale. Dal riuscire ad attentare al primato di Samsung in fatto di smartphone a essere costretta a vendere Honor e le proprie serie di punta. Detto questo, si tratta di una buona notizia per tutti gli altri, e non per la minore concorrenza in sé, ma per altro.
Attualmente c’è una carenza a livello globale di processori, di semiconduttori. La produzione in massa di Huawei di smartphone non avrebbe sicuramente aiutato la situazione mentre adesso i produttori di questi pezzi potranno respirare di più e vendere i pezzi ad altre società.
Huawei era il secondo clienti per TSMC, la fonderia più grande al momento per i semiconduttori. All’improvviso quindi la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co.
si è ritrovata con la possibilità di accettare altri tipi di ordini da altri partner; all’inizio poteva sembrare un problema perdere un cliente così grande, ma in realtà hanno coperto il buco creato in poco tempo.
La carenza di chip ha causato la carenza di una lunga lista di prodotti tecnologici i quali, ormai, per la maggior parte utilizzano sistemi del genere per funzionare. Tra le compagnie che ultimamente si stavano iniziando ad agitare a causa di questa situazione ci sono le case automobilistiche. In sostanza, quello che per Huawei si sta rivelando una sentenza di morte, per il resto del mondo si potrebbe trasformare in una enorme occasione per riprendersi e iniziare a produrre di nuovo, e quindi fatturare.