Una delle più discusse terapie per guarire i pazienti dal Covid è arrivata in Italia. Dopo il parere positivo espresso dal Consiglio superiore di sanità, gli anticorpi monoclonali potranno essere impiegati anche nel nostro Stato come terapia per l’infezione da Sars-CoV-2.
Nonostante permangano ancora dei dubbi circa l’effettiva eleggibilità di un cospicuo numero di pazienti e per certi versi anche sull’efficacia della stessa, è stata considerata “insieme ai vaccini, una possibilità in più per contrastare il Covid-19“. Ad affermarlo, il testo del provvedimento pubblicato in Gazzetta ufficiale dopo la firma del Ministro della Salute Roberto Speranza al decreto relativo.
Nello specifico, gli anticorpi monoclonali impiegati proverranno dalle aziende Eli Lilly e Regeneron/Roche, e saranno utilizzati per prevenire che forme lievi in pazienti particolarmente a rischio degenerino nella sintomatologia grave che poi porta al ricovero e alla terapia intensiva.
Anticorpi monoclonali, una nuova arma contro il Covid: ma di cosa si tratta?
Cosa si intende, però, per anticorpi monoclonali? E perché possono essere di così grande aiuto?
Anzitutto, in generale gli anticorpi (conosciuti anche come immunoglobuline, o Ig) sono molecole che noi stessi produciamo. Essi sono capaci di legarsi ad agenti patogeni – come appunto virus e batteri – e far riconoscere queste minacce al sistema immunitario, che provvede a neutralizzarle.
Non sono gli anticorpi che provvedono direttamente all’eliminazione del patogeno. Gli anticorpi fungono solo da sentinelle: quando gli anticorpi circolanti nel nostro sangue riconoscono una minaccia, “avvisano” le cellule immunocompetenti affinché queste vadano ad attaccare ed eliminare efficacemente il patogeno. Quindi l’infezione viene debellata.
Esistono però dei limiti al successo di questo processo: il primo corrisponde alla lentezza del meccanismo, per cui l’organismo talvolta ci mette un po’ ad elaborare una risposta efficace; il secondo riguarda la varietà di anticorpi esistenti.
Per questo motivo, una soluzione potrebbe essere infondere dall’esterno nel paziente gli anticorpi artificiali che vanno a legarsi esattamente al Sars-CoV-2: in questo modo la minaccia viene segnalata al sistema immunitario più rapidamente, così da attaccarla subito ed eliminarla.
Al momento, gli studi pubblicati circa gli anticorpi che sarebbero usati a scopo terapeutico per il Covid appaiono promettenti, specialmente se questo farmaco viene utilizzato nelle fasi più precoci della malattia. Questo però rappresenta anche un criterio di esclusione per i pazienti già in fase avanzata.
I limiti di questa terapia, invece, riguardano i costi molto alti per la produzione degli anticorpi, le delicate modalità di somministrazione e la possibilità che non risultino efficaci davanti alle mutazioni del virus.