Il Governo Draghi è ormai realtà dopo la presentazione della squadra di governo e adesso è il tempo delle riforme, prima fra tutte il fisco. Che la rimodulazione delle imposte sia uno dei punti nodali per lo sviluppo del paese lo si è ripetuto in tutte le salse; sono molti gli esecutivi, negli anni passati, ad aver cercato di mettervi mani sempre con scarsi risultati.
Questa volta sarà il turno dell’ex Presidente della Banca centrale europea; la speranza e che questa volta si possa effettivamente giungere ad un punto di svolta con possa portare una struttura del fisco che favorisca davvero la crescita del paese. La parola d’ordine per del nuovo esecutivo sembra comunque essere “progressivo“.
Fisco: riduzione del cuneo e lotta all’evasione
Quella che si appresta a varare Draghi con il suo esecutivo sarà, con molta probabilità, una riforma molto amplia. Il punto principale, stando a quanto trapelato, dovrebbe essere la progressività dell’imposta. Sembra inoltre che su voglia puntare su una riduzione del carico fiscale per quanto riguarda i redditi al di sotto dei 50’000 euro. L’ammanco causato da questo alleggerimento dovrebbe trovare compensazione attraverso la lotta all’evasione fiscale o eventualmente dallo spostamento del carico delle tasse dai redditi ai consumi.
Si è molto parlato nei giorni scorsi della possibilità di una nuova imposta sul patrimonio. Un’eventuale patrimoniale però dovrebbe fare i conti con le posizioni di partiti come Lega e Forza Italia. Una sintesi sembra ad oggi difficile ma non è detto che le capacità di mediazione del nuovo premier possano fare il miracolo.