Scienza e Tecnologia

I suoni cambiano i modelli di “cablaggio” in varie zone del cervello

I suoni ai quali ognuno di noi è esposto, possono influire su di noi e sui collegamenti che si realizzano all’interno di varie aree del nostro cervello? Sembra che ciò sia possibile e che si verifichi già nei primi mesi di vita.

A spiegarcelo è uno studio pubblicato sulla autorevole rivista Science Advanced da un team di scienziati della John Hopkins University. Questi ultimi, nello specifico, hanno condotto degli esperimenti su topi neonati con i quali sono riusciti a dimostrare che i suoni, già in questa fase della vita, possono modificare i modelli di “cablaggio” in varie zone del cervello ancor prima che il condotto uditivo di apra. Dunque, molto prima di quanto ipotizzato finora.

Nei topi, infatti, i canali uditivi si aprono solo 11 giorni dopo la nascita mentre nell’uomo questi canali si aprono ancor prima della nascita. In particolare, gli studiosi credono che la materia bianca

del cervello disponga di particolari ed importanti connessioni per il sistema uditivo e per gli altri sistemi sensoriali. Proprio all’interno di tale sostanza si trovano i neuroni subplate, neuroni primordiali che poi spariscono durante lo sviluppo del corpo. Però, prima che scompaiano, questi neuroni stabiliscono delle connessioni tra aree chiave del cervello che sono alla base dei sistemi sensoriali. Nei loro esperimenti, gli scienziati hanno utilizzato topi con udito normale e topi sordi. Dopo tali test, essi hanno scoperto che i suoni possono cambiare i circuiti cerebrali già nei primissimi giorni di vita.

Per cui, quando i neuroni vengono privati dell’input, come i suoni, i neuroni si allungano per trovare altri neuroni. Il tutto, per riuscire a compensare la mancanza del suono. Ciò accade una settimana prima di quanto finora si pensava e ciò suggerisce che la mancanza di suono, probabilmente, riorganizza le connessioni nella corteccia immatura.

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Pubblicato da
Redazione