Secondo molti, soprattutto secondo i lavoratori statunitensi del colosso, Amazon si è comportata malissimo durante la pandemia di Covid-19. Nonostante l’azienda sia diventata estremamente più ricca durante questi mesi di emergenza, i dipendenti sembra non siano stati trattati come dovuto, come non fornirgli la sicurezza adeguata.
A denunciarlo, a questo giro, ci ha pensato New York tramite il procuratore generale dello stato, Letitia James. Secondo quest’ultima, Amazon ha fallito nel disinfettare adeguatamente due delle sue strutture e anche a seguire le corrette procedure di tracciamento dei dipendenti contagiati dal SARS-CoV-2. Le sue parole: “I profitti estremi e il tasso di crescita esponenziale di Amazon sono avvenuti a scapito della vita, della salute e della sicurezza dei suoi lavoratori in prima linea.”
La risposta di Amazon alla denuncia: “Non crediamo che la dichiarazione del procuratore generale presenti un quadro accurato della risposta leader del settore di Amazon alla pandemia.”
Una parte sostanziale dell’accusa si basa su un evento specifico. Apparentemente, a un certo punto, in una delle strutture presenti nello stato di New York, 250 dipendenti si sono contagiati a causa del virus. Nonostante questo, almeno 90 hanno continuato a lavorare mentre la struttura non è stata sanificata in alcun modo, perlomeno non come prevedono le leggi statali.
Un altro punto importante riguarda il trattamento riservato per alcuni dei dipendenti. L’anno scorso più di un lavoratore di Amazon aveva provato a lamentarsi della situazione e la risposta della compagnia sembra essere stata abbastanza dura. L’accusa parla anche qui di un caso specifico. Il lavoratore Christian Smalls è stato licenziato come forma di vendetta dopo aver guidato una protesta in un magazzino a causa delle condizioni lavorative.