Nel campo dell’informatica o meglio, dell’intelligenza artificiale (AI), arriva una straordinaria novità: un nuovo modello di AI sviluppato su di un computer quantistico.
A programmare questa rete di neuroni artificiale su un computer quantistico è stato un team di scienziati italiani del Cnr-Ifn di Milano guidati da Enrico Prati. Nello specifico, gli studiosi italiani hanno sviluppato un nuovo modello di AI su un computer quantistico riuscendo a raggiungere velocità di apprendimento addirittura superiori alla rete di neuroni artificiali della NASA. Questa straordinaria invenzione è stata descritta in maniera molto dettagliata in uno studio pubblicato sulle pagine della autorevole rivista Advanced Quantum Technologies.
In particolare, i ricercatori italiani hanno programmato il computer D-Wave 2000 da 2.048 bit quantistici (qubit) utilizzando una tecnica nota con il nome di embedding. Si tratta di una tecnica che consente di raggruppare più qubit affinché si comportino come un unico oggetto, chiamato qubit virtuale. Quest’ultimo, eredita le connessioni di tutti i qubits che lo compongono e, così facendo, la connettività del cervello quantistico risulta molto più elevata, da cui deriva un apprendimento più rapido. Sviluppando questo modello di AI su D-Wave 2000, si è ottenuto un sistema semantico che parte cioè da una soluzione nota: lo si porta mediante reverse annealing ad un migliore stato di partenza e poi si procede con la ricerca.
Le ricadute dell’AI quantistica sono davvero numerose e riguardano tantissimi ambiti: dalla salute all’aerospazio, dall’ottimizzazione dei processi industriali alla sicurezza e molto altro ancora. I computer quantistici sono sicuramente un fenomeno emergente e, combinati con l’AI, possono diventare uno strumento davvero potentissimo.