pignoramentoSubire un pignoramento, sembrerà una banalità me è comunque una verità, non è mai piacevole. In fondo però il conto corrente è uno, se non il principale, tra gli strumenti bancari più diffusi in Italia; vedere quello spazio, da alcuni considerato quasi sacro, attaccato da un’aggressione tanto brutale quanto può esserlo un pignoramento può certamente risultare una forma di violenza.

Ecco perché compatiamo i circa 9 milioni di correntisti che si sono visti crollare la solida sicurezza che i risparmi depositati sul conto fossero al sicuro. Lo scorso 15 ottobre infatti sono state spedite e consegnate milioni e milioni di notifiche per altrettanti pignoramenti di conti correnti. La stragrande maggioranza delle notifiche fanno riferimento a pagamenti lasciati in sospeso.

Pignoramento del conto corrente: quando si applica

 

Il pignoramento è una pratica che si applica al fine di recuperare una determinata somma di denaro per un pagamento insoluto. Tutto ciò però avviene solo se il titolare del debito risulti nullatenente e quindi non in grado di utilizzare un bene come garanzia. Contemporaneamente il fisco comunica all’istituto di credito in cui l’insolvente possiede il conto corrente.

A questo punto la banca dovrà fare tutto il possibile affinché il suo cliente non prelevi contente ne faccia spostamenti di denaro da quel conto. Una volta accertato il debito il contraente avrà 60 giorno per stabilire una linea di pagamento, anche rateizzata. Nel caso però non ci fosse un atteggiamenti collaborativo la situazione potrebbe cambiare drasticamente. Esiste infatti la possibilità che per saldare il debito si effettui un pignoramento forzato direttamente dal conto.

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