Negli anni Apple e Google, ma soprattutto quest’ultima, hanno fatto passi da gigante per quanto riguarda proteggere i dati personali dei vari utenti degli smartphone. In generale c’è stata una presa di coscienza maggiore da parte dei consumatori per quanto riguarda la protezione delle proprie informazioni e le compagnie hanno dovuto muoversi di conseguenza, e per fortuna.
Un nuovo studio condotto in collaborazione tra ricercatori dell’Università di Bologna e dell’University College London ha portato alla luce la mole di informazioni che gli sviluppatori, e anche attori malevoli, sono in grado di avere accesso solo anche tramite la geolocalizzazione.
Quest’ultima è una funzione estremamente utile per gli smartphone. Molte applicazioni hanno bisogno di avere accesso a quest’ultima per funzionare a dovere. Altre no, ma spesso cercando comunque di avere l’autorizzazione e il motivo è appunto poter raccogliere più dati.
Nello specifico, i ricercatori hanno creato un’app chiamata TrackAdvisor. Nello studio è stata installata da 69 utenti
che l’hanno tenuta attiva per due settimane. In questo periodo sono state monitorate 200.000 posizioni e nel frattempo e riuscita a raccogliere proprio le posizioni su 2.500 luoghi, ma anche tanto altro.TrackAdvisor è riuscita a raccogliere più di 5.000 informazioni diverse tra dati demografici, personalità, dati sulla salute, dati sulla situazione socio-economica della persona, l’etnia e la religione solo guardando che posti visitavano. Si tratta di dati particolarmente privati che al tempo stesso farebbero gola a chiunque, anche solo alle società pubblicitarie che così possono spingere su annunci più mirati.
Le parole degli autori: “Gli utenti sono in gran parte inconsapevoli delle implicazioni sulla privacy di alcune autorizzazioni che concedono ad app e servizi, in particolare quando si tratta di informazioni sul rilevamento della posizione. Grazie alle tecniche di apprendimento automatico, questi dati forniscono informazioni sensibili come il luogo in cui vivono gli utenti, le loro abitudini, interessi, dati demografici e informazioni sulle personalità degli utenti”.