Conosciamo bene l’attenzione che Apple da sempre mette nella sicurezza dei suoi dispositivi. A partire dalla crittografia dei messaggi, introdotta nel 2010 in iMessage, per proseguire coi sensori biometrici del TouchID e il FaceUnlock.
In questo modo anche l’utente meno consapevole si trova sempre più a proteggere i suoi dati. Questa sicurezza, grazie al nuovo processore M1, è stata portata anche sui Mac. Ecco i dettagli.
Prima che fossero integrati questi sensori di sblocco rapidi e sicuri, erano meno del 49% i possessori di iPhone che ricorressero a sequenze numeriche per sbloccare il proprio cellulare, mentre ora, siamo passati al 92%. Fino ad ora l’azienda ha sempre puntato più sulla sicurezza di iPhone rispetto a quella dei Mac, almeno fino a poco fa.
Proprio in un aggiornamento sulla sicurezza, lungo circa 200 pagine, la società di Cupertino ha dichiarato che “Un sistema sicuro necessità di sicurezza a partire dalle fondamenta dell’hardware e per questo i prodotti che usano iOS, iPadOS, MacOS, TVOS e WatchOS hanno questa sicurezza già nei processori Silicon“. Per migliorare sempre più, le grandi aziende si avvalgono anche dell’esperienza di chi non collabora direttamente con loro: è ormai sempre più frequente leggere di grandi cifre in palio per chiunque riesca a trovare falle nei loro sistemi.
Il “premio” riconosciuto dalla stessa Apple, a tal proposito, ammonta a ben 1,5 milioni di dollari. E la cosa più interessante è che questi sistema implementati, proteggono in backgroud anche l’utente più inesperto.