La carenza di chip sta causando alle compagnie di tutto il mondo, ma soprattutto negli Stati Uniti e in Europa. Uno dei paesi che sta subendo di meno è la Cina la quale dipende molto meno dalle importazioni per questo genere di prodotti. Il governo americano lo sa e infatti la nuova amministrazione sta puntando a un cambio di rotta.
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden vuole puntare molto sulle catene di approvvigionamento del paese. Nello specifico c’è il desiderio, ma anche la necessità, di aumentare la produzione di semiconduttori come processori, ma anche batterie e altro ancora. Per fare questo non servono solo poli industriali all’avanguardia, ma anche molte risorse prime rare.
Anche da questo punto di vista gli Stati Uniti dipendono molto dalle esportazioni cinesi, quindi c’è bisogno di cambiare strategia a tutto tondo. Sarà un’impresa difficile, ma almeno sembra esserci una linea di continuazione tra l’amministrazione Trump e quella attuale.
Molte società hanno già deciso di spostate i propri poli produttivi fuori dalla Cina così da diminuire la dipendenza dalla suddetta. Un esempio è Apple che si sta muovendo verso il Vietnam, ma non solo. Allo stato attuale l’economia di molti paesi è fortemente legata al paese asiatico e riuscire a districarsi senza causare danni è difficile.
Anche l’Europa, proprio in merito alla produzione di processori, sta cercando di risolvere un problema di dipendenza estero. È già stata annunciata una collaborazione con Samsung e TSMC per migliorare la produzione all’interno del paese, dare vita a una mega-fabbrica in grado nel futuro di produrre chip con un’architettura all’avanguardia come i 2nm. Nei prossimi anni potemmo assistere a molti cambiamenti.