La campagna vaccinale sta subendo una battuta d’arresto nonostante apparentemente prosegua senza grosse difficoltà: del vaccino AstraZeneca è stata somministrata in media solo 1 dose su 10 e molte Regioni hanno ancora altre scorte a cui dare fondo.
Aver affidato l’organizzazione della campagna di vaccinazione alle singole autonomie Regionali ha comportato la realizzazione di ben 21 piani vaccinali differenti: in alcuni territori, come la Val D’Aosta, si sfiora il 90% di somministrazione delle dosi ricevute, in altri invece (come in Calabria e Sicilia) si stenta ad arrivare alla metà delle dosi somministrate.
Ci sono inoltre Regioni, come la Puglia, che stanno prendendo provvedimenti molto seri circa l’adesione del personale sanitario alla campagna di vaccinazione: dopo un dibattito in Consiglio regionale durato quasi otto ore, si è istituito l’obbligo per gli operatori sanitari di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid.
Un provvedimento sofferto, ma necessario, che potrebbe fare da apripista ad eventuali disposizioni simili nelle altre Regioni italiane.
Di fatto, si è trattato di una discussione molto lunga e costellata di interventi, di cui 2 in particolare di approfondimenti (uno dalla maggioranza e uno dall’opposizione) e ben 2 sospensioni. La proposta di legge, portata dal consigliere Fabiano Amati (Pd) è stata approvata con 28 voti favorevoli.
L’obiettivo, alquanto chiaro, corrisponde a quello enunciato nella proposta di «prevenire e proteggere la salute di chi frequenta i luoghi di cura», e sarà applicato a tutti gli operatori sanitari che svolgono il proprio servizio presso le strutture del Sistema Sanitario Nazionale presenti in Puglia.