fine del mondoSe proviamo a connetterci al sito cds.climate.copernicus.eu e proviamo a cliccare sul cursore del Global temperature trend monitor, scopriamo che la Terra sta rischiando di arrivare con il valore soglia di 1,5° C in più, e non solo: scopriamo anche che se la situazione continua a rimanere questa, la fine del mondo è fissata per il 2034, ossia tra appena tredici anni. Il fisico Alessandro Amici della B-Open, l’azienda che ha curato dal punto di vista tecnico l’applicazione, ha spiegato che “l’applicazione quindi permette di spostare il tempo indietro e chiedersi quando si sarebbe raggiunto il limite se il riscaldamento fosse continuato come un periodo di 30 anni nel passato”.

Ha continuato Amici: “questa apparente accelerazione del riscaldamento globale è nota a chi studia il cambiamento climatico, ma è difficile da rendere intuitivo e quindi reale per il grande pubblico. Sarà aggiornata ogni mese con i nuovi dati per permettere a tutti i cittadini di percepire che il clima è un problema urgente, come e più del coronavirus“.

Fine del mondo: il surriscaldamento globale può veramente portare a questi rischi?

Carlo Buontempo, l’ideatore dell’app, pensa che superare i 1,5 gradi potrebbe avere delle conseguenze estremamente negative per la Terra. Infatti, ha dichiarato: “tutti gli studi a nostra disposizione dimostrano come le conseguenze negative siano straordinariamente superiori rispetto ai benefici del surriscaldamento globale: è necessario cambiare rotta e adesso abbiamo uno strumento che mostra a tutti la strada che stiamo percorrendo”

Buontempo, inoltre, pensa anche che ci sia un modo per rimediare: “il problema è legato alle emissioni dei gas serra. Credo che ognuno abbia diritto di trarre delle conclusioni politiche anche contrastanti, ma nessuno ha il diritto di modificare i fatti fino alla produzione di fake news. L’Europa è l’avanguardia mondiale per capacità tecnico-scientifica e servizi per società e imprese, pensate alla fornitura di servizi climatici per il rischio meteorologico: siamo anche in grado come pochi altri al mondo di adattarci ai cambiamenti in corso apportando correttivi, mentre fino a poco tempo fa anche qui si guardava solo ai precedenti storici rispetto a fenomeni potenzialmente dirompenti”.

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