Arrivata sul mercato da poche ore, la GeForce RTX 3060 è finalmente una realtà e con essa anche la prima vera controffensiva di NVIDIA contro il deficit dovuto al mining. Su questo fronte, infatti, la grande novità della RTX 3060 riguarda proprio l’introduzione di un algoritmo anti-mining che dimezza di fatto l’ hashrate nella blockchain ETH.
A tal proposito, la stessa NVIDIA ha adottato una politica proattiva, con l’introduzione di una nuova gamma di GPU destinate al mining. Le schede della linea CMP 30HX e 40HX saranno infatti dedicate esclusivamente a questo settore.
Ulteriori approfondimenti
Sebbene le prime voci parlassero architetture Ampere come i cugini della serie RTX 3000 , storcendo il naso a chi sosteneva che avrebbe rimosso materiale prezioso dalle linee di produzione più colpite dalla carenza di mercato, secondo quanto emerso da alcune righe di codice trovate all’interno il nuovo driver NVIDIA, la situazione sarebbe molto diversa.
I nuovi driver hanno infatti confermato quanto sospettato da tempo, soprattutto a causa delle specifiche rilasciate dalla stessa NVIDIA. I nuovi CMP 30HX e 40HX adotteranno l’architettura di Turing della generazione appena passata. In particolare, il CMP 30HX dovrebbe utilizzare la GPU TU116 custom, equivalente della GeForce GTX 1660 SUPER , con un hashrate che presumibilmente sarà di circa 30MH / s per un consumo di circa 85-90W.
La sorella maggiore CMP 40HX invece dovrebbe essere basata sul chip grafico TU106, corrispondente all’RTX 2060 SUPER, con un hashrate intorno ai 40-42MH / s per 125W di picco.
Nonostante si tratti di vecchi chip, magari anche di tipo binned che non hanno superato la fase di verifica per diventare GeForce, il che non dovrebbe inficiare le capacità produttive della Serie 3000, resta un ultimo nodo da chiarire, in quanto un altro elemento coinvolto nella carenza è la memoria VRAM, sulla quale Samsung stessa non ha nascosto le difficoltà nella produzione di massa.